Roberta Pedrelli (conduttrice radio/Tv e
opinionista) Roma
18.1.2023
Intervista
di Gianfranco Gramola
“Posso definirmi onesta, travolgente, perché
sono veramente un uragano e sono una caciarona e quando mi fanno arrabbiare, è
meglio scappare, perché sono fumantina”
Roberta Pedrelli, romana e romanista, nata
sotto il segno dei gemelli, è un mix di fascino e simpatia. E’ stata una
presenza fissa al “Il Processo dei Tifosi” per ben otto anni su TeleRoma56 e
ha condotto con Dario Marcolin “Alta classifica” prima del covid e ad oggi
è la speaker ufficiale di Centro Suono Sport 105 insieme a Gabriele Gerini dove
conduce il programma “Calcio e pepe”. Fino allo scorso anno ha condotto
insieme a Marco Calabresi “Il tribunale delle romane” su Rete Oro. Ha
presentato e presenterà anche quest'anno il Gran Galà del Calcio organizzato
da ADICOSP, che è l'associazione di direttori sportivi del direttore Alfonso
Morrone.
Tra le
sue passioni oltre all’AS Roma c’è il canto, il body building, la moda e i
viaggi. Ama le lingue straniere e ne parla fluentemente quattro: inglese,
francese, spagnolo e portoghese. Pratica il padel e ha giocato anche in coppia
con Gigi Di Biagio al derby del padel, contro Dario Marcolin e Georgia Viero e
lei e Gigi hanno vinto. E’ mamma di Hermes che ovviamente tifa Roma
Intervista
Mi racconti com’è nato il tuo amore
sfegatato per la Roma?
Il mio amore sfegatato per la Roma lo devo a
mio padre. Io fino all’89 ho
vissuto a Trigoria e vedevo tutti i giorni i giocatori quando passava il pullman
e mio padre era sempre lì, in prima linea a farmi capire che quella era la AS
Roma. Ero davvero troppo piccola per capire, fin quando mi portò a vedere
Roma-Cagliari che finì 0 – 0 e in realtà rimasi molto delusa perché mi
aspettavo chissà che cosa da questa partita. L’amore vero nacque in una semi
finale di coppa Uefa quando Rudi Voeller al novantesimo segnò e portò la Roma
al passaggio del turno. Io ricordo l’esplosione dei tifosi allo stadio e da lì
mi innamorai della “magica”. Quindi il mio diario anomalo, per essere una
ragazzina, diventò tappezzato da figurine Panini della Roma, dove in prima
pagina capeggiavano Giuseppe Giannini e Rudi Voeller con tanto di scritta CUCS,
che oggi non esiste più, però all’epoca il “comando ultrà curva sud”
rappresentava in pieno il tifoso romanista. Da lì non ho più mollato.
In casa, tutti romanisti?
In casa siamo tutti romanisti, tifiamo tutti
Roma, dal primo all’ultimo.
Hai mai fatto pazzie per seguire la
Roma?
Bella domanda questa. Diciamo che già
seguirla sempre comunque, anche quando sei impossibilitata, quando magari sei in
una situazione, che ne so, sei in vacanza, stare sempre connessa con la Roma,
beh si, diciamo che è una forma di pazzia, perché poi tendi sempre a mantenere
il contatto anche quando magari dovresti fare altro. Pazzie per la Roma nello
specifico nella vita reale, non me ne ricordo o forse non ho mai avuto modo di
fare pazzie perché poi è sempre diventata nel tempo parte integrante del mio
lavoro e ho sempre avuto la fortuna di viverla sempre da vicino. Diciamo che la
follia forse è scattata quando la Roma vinse lo scudetto, ancora prima del
fischio finale, quando si era già capito che la Roma aveva vinto lo scudetto,
che io partii come una matta, senza ragionare quanto fosse distante Circo
Massimo da casa mia, con questo bandierone, a piedi, per recarmi appunto nel
centro di Roma per festeggiare la mia squadra. Penso che la festa della Roma per
lo scudetto, che è durata fino a notte inoltrata, sia ancora nella testa e
negli occhi anche di chi non tifa Roma.
Lando Fiorini diceva che era talmente
romanista che se gli facevano le analisi trovano il sangue “giallo rosso”.
E’ così anche per te?
E’ così anche per me. Qui a Roma ci sono
tanti sfottò e io amo molto il sano sfottò calcistico e mi piace rispondere là
dove vengo provocata. I cugini laziali sono soliti dire che il cielo è
bianco e azzurro e io rispondo sempre che il sole è giallo rosso, che è
giallo durante il giorno e rosso quando è il tramonto, pertanto il sole giallo
rosso è essenziale affinché splenda questo azzurro nel cielo. Mi piacciono
molto i botta e risposta.
A cena usciresti con Ronaldo o con Messi?
A cena con Ronaldo, perché è un giocatore
che si è fatto da solo a 360 gradi,
che io ho anche sostenuto in tutte quelle vicissitudini del mondiale, quindi tra
i due scelgo sempre Ronaldo proprio per empatia. Ci sono state delle cose di
Messi in questo mondiale, al di là delle super prestazioni in campo, quindi
grandissimo professionista, che però non mi sono piaciute come delle
esternazioni durante le interviste e delle cose che mi hanno dato conferma del
fatto che a livello empatico io preferirei Cristiano Ronaldo. Poi ovviamente non
conosco nessuno dei due di persona, quindi mi baso solo su quello che trasmetto
in Tv, quindi a cena con Ronaldo.
Una serata con Francesco Totti o con Paulo
Dybala?
Totti lo conosco personalmente, quindi ti
direi Dybala così lo porterei a vedere tutte le meraviglie della nostra città
per farlo innamorare definitivamente di Roma e farlo restare più a lungo
possibile.
Sei soprannominata la nuova Ferilli.
Com’è nato questo bel complimento?
E’ un complimento che mi fa piacere e
questo appellativo è nato dopo la rimonta della Roma con il Barcellona nel
2018, quando io ignara che poi mi avrebbero dato questo appellativo, scattai un
selfie circondata da tutte le maglie
della Roma che ho e da svariati palloni, mettendo in evidenza la maglia di
Kostas Manolas che fu l’autore del
terzo gol e che permise alla Roma di passare il turno alla Champions League e da
lì mi svegliai il mattino dopo con tutti gli articoli sui siti con questo
appellativo che partì dal Corriere dello Sport. Furono loro a chiamarmi la
nuova Ferilli e alla fine un passaggio di bandiera mi piacerebbe tantissimo.
Prendere la bandiera della Roma dalle mani di Sabrina Ferilli per me sarebbe un
onore.
Mi racconti come ti sei avvicinata alla
radio?
Alla radio mi sono avvicinata per caso perché
nella vita ho sempre avuto una bella parlantina, tant’è che i genitori dei
miei compagni di scuola, parlando con i miei genitori dicevano che io da grande
dovevo fare l’avvocato o la giornalista. Un mio amico che lavorava in radio,
Emanuele Artibani, che è un laziale e uno speaker ancora in attività, con il
quale non ho mai perso i contatti, sentendo la mia parlantina e visto che
eravamo già amici 20 anni fa, mi propose di andare a trovarlo negli studi. Lui
ancora non faceva un programma inerente la sua squadra, ma aveva un talk dove mi
invitò a parlare un po’ di tutto, come una chiacchierata fra amici. Quella fu
la mia prima esperienza radiofonica e poi da lì ci furono varie esperienze,
soprattutto televisive sempre inerenti all’ambito sportivo, in trasmissioni
dove parlavano della Roma e della Lazio e poi alla radio mi sono definitivamente
avvicinata ormai 7 anni fa con attività continuativa fino ad approdare a Centro
Suono Sport 105, che è una delle principali radio che parla della AS Roma H 24,
sette giorni su sette, ormai da tre anni. Questa è la mia terza stagione con
loro e conduco un programma insieme a Gabriele Gerini che si chiama “Calcio e
pepe”, un programma molto divertente dove parliamo della Roma ma ci divertiamo
anche molto, senza prenderci troppo sul serio, nella giusta misura che è la via
di mezzo.
Prima di entrare in radio, hai fatto altri
lavori?
Diciamo che nella vita ho fatto tantissimi
lavori perché mi piace mettermi alla prova. Sono una che ha vissuto tante vite,
anche se questo discorso potrebbero farlo delle persone anziane. Io ho cambiato
tanti lavori, ma ho sempre proseguito gli studi fino ad arrivare ad iscrivermi a
Lingue e Letterature Straniere e poi non mi sono laureata perché ho voluto dare
spazio ad altro e quindi ad andare a lavorare. Prima di far diventare un lavoro
la speaker radiofonica e condurre programmi su rete locali che parlavano appunto
della Roma, ho fatto i lavori più
disparati. Mi fa sorridere pensando
che ho vissuto un periodo dove di giorno giravo per ospedali a parlare con i
mega professori, perché vendevo ecografi, e poi la sera me ne stavo in TV a
parlare della mia Roma.
Cosa facevi in TV?
Sono stata per 8 anni al “Processo dei
tifosi” su Tele Roma 56 con Max Leggeri ed è stata una bella esperienza, poi
come tutte le esperienze ci si saluta, mantenendo dei
rapporti di affetto, di amicizia, di stima reciproca e poi ho fatto una
trasmissione insieme a Dario Marcolin che si chiamava “Alta classifica” poi
per via del covid ci siamo dovuti fermare. Fino allo scorso anno ho condotto
insieme a Marco Calabresi “Il tribunale delle romane” su Rete Oro, con il
direttore Raffaele Minichino che mi ha fatto piacere conoscere, perché è una
persona d’esperienza e anche lì, ci siamo salutati. Adesso sto preparando
qualcosa di mio che ho in testa e lo voglio programmare bene, perché essendo
una cosa mia, intendo farla come dico io, inoltre ho varie proposte. Poi c’è
tutto quello che è nato con il mondo social, con il mondo di “TWITCH” che
sappiamo che è diventata una sorta di TV parallela, quindi ho dei contratti con
delle emittenti “TWITCH”, se così
si possono chiamare, lavoro a TV Play Official, una bella realtà dove ho
conosciuto tanta bella gente e molto preparata, quindi me la tengo stretta. Mi
piace, è un nuovo mondo a cui dobbiamo adattarci perché fa parte
dell’evoluzione.
Radio e TV. In quali di questi ambienti
pensi di dare il meglio? Dove ti senti più a tuo agio?
Ti devo dire che in radio sono davvero me
stessa, la radio mi toglie totalmente tutti i filtri e ad oggi, proprio grazie a
TWITCH, neanche la radio è più così analogica come prima, perché mentre noi
siamo in diretta radio sui FM, c’è sempre la telecamera accesa, quindi tutti
ti possono vedere su TWITCH e quindi
dare un volto alla voce e questa è una cosa molto divertente perché tante
volte ci sono delle persone che si interrogano su chi c’è dietro una voce e
devo dire che poi si creano anche dei bei rapporti di amicizia anche perché la
radio è una grande famiglia. Questo sicuramente lo è più della televisione e
questo lo posso riconoscere alla radio. Però come dicevo, in radio perdo i
filtri, sono me stessa, puoi fare anche la battuta in dialetto che mi
appartiene, quello romano, cosa che in TV non puoi fare, perché devi essere più
composta e dare più spazio alla dizione e dove non puoi lasciarti troppo
andare. Questa è la Tv e sai che hai sempre la telecamera puntata e quindi il
contesto è diverso. Però devo dire che in entrambi gli ambienti sono
abbastanza camaleontica e quindi mi adatto un po’ a tutto. Come mi metti, mi
metti bene, che sia radio o TV.
Qual è il segreto del tuo successo?
Nella vita è quello di essere sempre stata
me stessa, tanto è che ci sono tanti amici e amiche che mi porto dietro da
sempre e raramente le persone che entrano a far parte della mia vita e che
occupano un posto speciale, poi escono dalla mia vita, nel senso che sono una
che ci tiene a mantenere i rapporti. Ci sono persone che sono cicliche, che
hanno periodi che sono molto legati ad una persona, poi si allontanano del
tutto, io questo non lo faccio e quindi il mio segreto è quello di essere vera
e il segreto del mio successo nel lavoro è lo stesso, cioè di essere vera.
Potrei avere conseguito sicuramente qualcosa in più negli anni, ma sono
comunque soddisfatta di dove sono arrivata. Quindi la sincerità paga sempre e
quindi a livello di coscienza, di animo sono orgogliosa di me e non ho nulla da
recriminarmi. Nel successo se non sei furba, se non sei scaltra, sei troppo
sincera, magari non riesci ad arrivare troppo in alto, però io sono soddisfatta
di dove sono arrivata perché la sincerità, l’essere sincera poi mi va a
premiare a 360 gradi anche nel lavoro.
Sei una bella ragazza. Hai mai avuto dei
fan invadenti, fastidiosi?
Si, ne ho avuto dei fan invadenti. Ci sono
persone che sono anche insistenti, poi io sono una molto presente con chi mi
scrive e con chi mi cerca, non mi piace “tirarmela”, come diciamo a Roma.
Sono una che risponde, che crea dei rapporti a distanza, che se mi viene chiesto
un favore, lo faccio. Mi è capitato ad esempio, di ricevere delle richieste di
persone che non conoscevo, che non
erano riuscite ad avere la maglia di un giocatore e io gliel’ho fatta
arrivare. Mi è capitato di portare delle persone a Trigoria con la propria
famiglia, perché avevano il piacere di entrare lì e non erano mai riusciti ad
entrare, quindi ho realizzato i loro desideri. Devo dire che io tendo a
realizzare un rapporto vero con chi mi segue, perché la parola “reale” mi
piace tantissimo. Non mi piace invece creare distacco, perché penso che le
persone diventano famose proprio grazie alle persone comuni che in realtà sono
speciali perché ti danno attenzione e quindi io mi sento di premiarli creando
un rapporto diretto. Chiaro è che non sempre trovi dall’altra parte delle
persone equilibrate ed è capitato qualche volta che potessero travisare o che
potessero esagerare, diventando veramente invadenti, questo si, che mi è
successo.
Com’è il rapporto con la tua città?
Il mio rapporto con Roma è un rapporto
d’amore e basta. Amo la mia città e sicuramente la vita frenetica di tutti i
giorni mi impedisce di sollevare gli occhi e di godermela a pieno. Il turista
quando viene a Roma, guarda ogni singolo particolare, invece noi romani passiamo
sotto al Colosseo e non lo guardiamo neanche. Io ci passo davanti tutti i
giorni, due volte al giorno e non ci faccio neanche caso. Nel periodo della
pandemia, dove ero da sola in giro per Roma perché mi recavo in radio e i
vigili mi fermavano tutti i giorni ovviamente, ho imparato ad apprezzare le
bellezze della mia città e sicuramente è molto più bella quando non c’è
traffico, però senza i suoi romani coloriti, non sarebbe la Roma che è. Roma
è unica e insostituibile ed è nel mio cuore.
Hai vissuto
a Trigoria o anche in altri quartieri?
Ho abitato a Trigoria i primi anni della mia
vita, quando ero piccolina, dopo di che mi sono trasferita a Monteverde Vecchio,
al Gianicolo e quindi ora sono una monteverdina doc.
Ho vissuto anche all’Eur per svariati anni e per un breve periodo anche
all’Axa, però da quando è nato mio figlio mi sono trasferita a Monteverde
Vecchio.
Come vivi la Roma by night?
Devo dire che ad oggi la vivo andando a cena
con gli amici, con le amiche o con la mia famiglia in maniera molto tranquilla.
E’ tanto tempo che non vado in un locale, anche perché a me piace molto
uscire a cena, però mi piace molto anche parlare e magari in un locale non si
riesce a scambiare due chiacchiere. Oggi ci sono tanti locali a Roma, con le
cene spettacolo o accompagnata con la musica, quindi prediligo il vivere a Roma
in questo modo. Poi se voglio godermi la mia città, prendo la macchina e vado a
farmi un giretto o una passeggiata notturna tra le belle vie di Roma, quando i
negozi sono chiusi, non c’è confusione e io mi vado ad ammirare tutte le sue
bellezze.
Quando non lavori, curi delle passioni
nella vita?
Ti direi “Quando è che non lavoro?”
(risata). Siamo tutti osservati speciali, grazie ai social, perché siamo
diventati degli impiccioni su cose degli altri, inoltre il telefonino è
diventato un mezzo di lavoro a tutti gli effetti e quindi quando ho del tempo
libero, ne approfitto per stare con la mia famiglia. Ho un ragazzino di 13 anni
che seguo perché fa calcio ovviamente e quindi lo accompagno agli allenamenti e
cerco di essere sempre presente. Quindi quando non lavoro cerco di fare la mamma
e cerco di fare la compagna e penso sia una cosa naturale, non un impegno. Mi
piace giocare a padel e poi mi prendo dei momenti di relax anche per me, perché
lavorando con l’immagine, è necessario poi curarla e quindi durante la
settimana mi ritaglio del tempo per me, e per farmi bella e per farmi coccolare
dalla parrucchiera e dall’estetista. Hobby particolari non ne ho, a parte fare
qualche sport, ma proprio per un fatto di benessere.
Reality e talent. Favorevole o contraria?
Se mi vado a ricordare come è iniziato il
primo Grande Fratello, ti direi che sono favorevole, anche perché era una novità.
Oggi purtroppo i reality di qualsiasi tipo, sono diventati un po’ noiosi perché
sappiamo di cose si tratta. Poi sicuramente catalizzano sempre l’attenzione e
io mi metterei anche alla prova entrando dentro ad un reality e magari lì, con
le telecamere H 24, riesca ad essere me stessa, anche perché poi alla fine, si
entra con l’intento di recitare, poi ti dimentichi delle telecamere ed esce
fuori per forza quello che in realtà sei. Per quanto riguarda i talent il
discorso cambia perché lì si mette in evidenza una capacità, un talento che
si ha e quindi mi incuriosiscono molto di più. Scoprire i talenti, vedere le
capacità delle persone che sia nel
canto o nella danza o altre discipline o capacità particolari, mi
incuriosiscono molto.
Tatuaggi e piercing. Favorevole o
contraria?
Favorevole. Quando
ho scoperto di aspettare mio figlio, mi sono guardata allo specchio
e mi sono detta: “A Robè, questi piercing li togliamo, eh?”. Avevo
un piercing all’ombelico, uno sulla lingua, avevo un orecchino, molto vistoso
nella parte alta dell’orecchio e uno al naso e poi li ho
tolti tutti. Di tatuaggi ne ho abbastanza, ben nascosti, qualcuno in
estate si vede, ma sono molto favorevole. Ne ho aggiunti un paio recentemente e
ne aggiungerò altri sempre in luoghi discreti.
Cosa ne pensi della battaglia contro il
fumo?
Io non ho mai fumato come vizio, ma non
disdegno sia la gestualità che il sapore della sigaretta. Adesso c’è stata
questa evoluzione della sigaretta elettronica, con il liquido dai vari sapori e
io non sono favorevole perché è una cosa dannosa, però come tutti i vizi
entra in quel trend in cui è difficile farne a meno. Quindi io sconsiglio
qualsiasi tipo di sigaretta, da quella classica a quella elettronica, fino a
quelle che oggi definiscono “salutari”, ma che sembra un termine non
appropriato, perché la sigaretta è comunque dannosa. E’ un vizio, quindi è
dannoso. Mia madre è fumatrice tant’è che io le ho sempre detto: “Se fumi
così poco, perché non interrompi, perché continui a fumare?”. Lei in
gravidanza smetteva tranquillamente di fumare, quindi se hai l’imput giusto,
basta un po’ di forza di volontà per smettere. ”Come hai avuto cura di me e
di mio fratello, dovresti avere cura anche di te, smettendo di fumare” le
dicevo, ma non c’è riuscita e ancora oggi fuma quelle poche sigarette al
giorno, mettendosi fuori sul balcone per non dare fastidio a chi c’è in casa
in quel momento. Io ho la fortuna di non fare diventare la sigaretta un vizio,
ma uno sfizio. Il vero vizio è la cioccolata fondente.
La mia prossima domanda era “Un tuo
peccato di gola?”.
Eccolo (risata), la cioccolata. Io mangio
come un camionista, a 4 ganasce, mangio in continuazione. In radio mi prendono
in giro perché mangio in continuazione anche durante la diretta. Alcuni
ascoltatori mi scrivono: “A Robè, è meglio portarti a comprare un vestito
che portarti a cena fuori” (risata). Mangio veramente tanto e spesso e non so
cosa sia la dieta.
Tre aggettivi per definirti?
Posso definirmi onesta, travolgente, perché
sono veramente un uragano e sono una caciarona e ci sta “rompi palle”?
Diciamo che quando mi fanno arrabbiare, è meglio scappare.
Diventi fumantina.
Fumantina, si, questo è il termine giusto.
Il tuo rapporto con la Fede?
E’ un rapporto “fai da me”, perché è
chiaro che se uno dovesse seguire il credo che ha, non ci riesce. Io ho sempre
creduto e mi capita di andare a dormire e fare il segno della croce e di
rivolgere una preghiera, quasi sempre per gli altri, mai per me. Frequento la
chiesta del mio quartiere che è la Regina Pacis, ma c’è un’altra chiesa
che amo in modo particolare che mi ricorda quando ci andavo con mia nonna. Ogni
volta che ci entro, scoppio in
lacrime per un discorso emozionale ed è quella della madonna del Pozzo, sta in
centro, a due passi da palazzo Chigi e via del Tritone e ha una storia molto
bella e interessante.
Di cosa hai bisogno per essere felice?
Di stare bene con me stessa. Quando si riesce
a stare bene con se stessi, si riesce a far star bene chi si ha intorni e
chiaramente essendo mamma, come tutti i genitori, il primo pensiero è rivolto
ai figli. Quindi mi auguro di stare sempre bene con me stessa, qualunque scelta
io faccia e il benessere personale si riversa anche sulle persone che ti
circondano. Sicuramente per stare bene c’è anche bisogno di amare e di
sentirsi amati.